Il piede del neonato e del bambino, come stimolarlo.

Osservando i piedi e le mani di un neonato ci si commuove per come la natura sia sempre capace di forme tanto perfette e complesse. Le estremità sono dalla nascita completamente formate, dovranno solo svilupparsi e passare attraverso l’accrescimento del tessuto osseo e muscolo-legamentoso. La forma sarà plasmata dalla funzione, dall’uso che il bambino inizia da subito a fare con i suoi piedini per “conoscere” il mondo e poi “attraversarlo”.

Il rapporto inscindibile tra struttura e funzione, caposaldo del pensiero osteopatico, è quanto mai vero analizzando il piede nella sua forma e nella sua funzione.

Per poter stare in posizione eretta il piede ha bisogno di strutturare attraverso il movimento una pianta a forma di volta organizzata su quattro archi che si sviluppano dal punto di vista funzionale solo dopo il terzo anno di vita. Sono l’arco trasversale, longitudinale mediale, longitudinale laterale e metatarsale. Questo consente un appoggio sicuro e nel contempo elastico sul terreno appoggiando la grande tuberosità del calcagno, la testa del primo metatarso, la testa del quarto e quinto metatarso. Questa modalità permette di scaricare il peso del corpo al suolo in modo da rispettare le curve fisiologiche della colonna vertebrale e di ricevere al meglio la controspinta da terra che proprio a partire dalla spinta dell’alluce, avvia il passo e quindi la locomozione.

La pianta del piede funziona insomma come una elica con il duplice compito:

-sensitivo, attraverso la presenza di tantissimi recettori che fungono da propriocettori per sentire e connetterci con il terreno e le sue asperità, facendoci stare in piedi trovando un equilibrio che non è statico bensì si stabilisce ad ogni istante attraverso la stimolazione di tutto il sistema sensorimotorio degli altri organi di senso connessi all’equilibrio come orecchio, occhi e bocca

-motorio con muscoli per dare la possibilità al corpo di spostarsi nello spazio attraverso il passo, il salto, la corsa.

La posizione fisiologica del piede di un neonato ricalca ancora quella che aveva assunto in utero, quindi ruotato internamente, rotazione che poi, con lo sviluppo e la crescita nei dovuti tempi, la corretta stimolazione e l’inizio del cammino tende a diminuire spontaneamente.

Ecco perchè non dobbiamo avere fretta che il bimbo si metta in piedi e inizi a camminare, è bene lasciare che passi attraverso tutte le fasi che si interpongono al raggiungimento di questo traguardo incitandolo e sostenendolo negli sforzi e nelle sconfitte per arrivare a mettersi in piedi ricco di un bagaglio sensoriale e motorio che lo farà essere sicuro e pronto per affrontare tutti i divertimenti che lo aspettano con le mani completamente libere e svincolate dal terreno!

I consigli che abbiamo da dare sono molto pratici e semplici:

  • Lasciare che i piedi del bambino restino per quanto lo permette la temperatura esterna nudi, liberi di sentire oltre che di muoversi.
  • Quando il piccolo inizia a stare prono, nel primo trimestre, osservare che i piedi incontrino la superficie del suolo anche con l’alluce che in breve si fletterà tanto da opporre una leggera resistenza al piano di appoggio.
  • Dai sei mesi facilitare la relazione piede-mano-bocca invogliando il gioco e la scoperta delle sue estremità.
  • Evitare di stimolare la pianta del piede con movimento bruschi e invece favorire un contatto amorevole e sicuro con le mani.
  • Quando la posizione eretta sarà raggiunta bisognerà cercare scarpine con la tomaia morbida ma con il tallone rinforzato, per le attività all’esterno, della giusta misura del piede in modo da permettere che il contatto con il suolo venga percepito precisamente e che la motricità non sia limitata.
  • Nei luoghi chiusi se possibile è bene continuare con i piedi scalzi o con calzine rinforzate tipo antiscivolo.

Per la valutazione ortopedica di piede piatto o piede valgo è opportuno attendere che il piccolo sia completamente autonomo nelle abilità legate alla stazione eretta, vero è però che un’accurata osservazione delle dinamiche funzionali e strutturali di piede, arto inferiore e bacino con un esame fisioterapico e osteopatico, possono aiutare ad armonizzare disequilibri individuando asimmetrie che impediscono il naturale sviluppo delle abilità del piede.

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